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Ve lo spiego così

Ve lo spiego così

Ho pensato di creare questa pagina per condividere brevi filmati e letture che, a mio avviso, racchiudono e raccontano in maniera alternativa, temi cari ad ogni percorso terapeutico.

The power of Empathy ( sottotitolato)

Questo video racconta in modo semplice ed efficace, uno dei principi fondamentali di una relazione terapeutica: l’importanza di STARE.

El trabajo de los psicologos

Si tratta di un video senza parole ( non sempre sono necessarie!), ma estremamente esplicativo di un aspetto interessante della pratica clinica: il bisogno, anche per il terapeuta, di supervisione e formazione continua. Il lavoro a cui il terapeuta è chiamato, è quello di camminare al fianco del proprio paziente nella ricerca che quest’ultimo compie di un personale cammino. Ma come si può svolgere al meglio questo compito, se non avendo cura di essere modello ( non di vita, ma di ricerca)?

Avevo un cane nero: il suo nome era depressione.

La depressione è, purtroppo, uno dei disturbi più diffusi dei nostri tempi. Questo video racconta in maniera delicata la fatica di fare i conti con questa malattia, ma anche la possibilità “di non dargliela vinta”.

La divinità dell'uomo

Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli Uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma - signore degli dei - decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse loro impossibile ritrovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio adatto. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "Nascondiamolo sulla montagna più alta". Brahma scosse il capo e replicò: "No, un giorno gli Uomini percorreranno ogni parte della Terra e non vi sarà montagna che non avranno scalato". Così qualcuno disse: "seppelliamo la divinità dell'Uomo nella Terra". Brahma tuttavia rispose: "No, non basta. Perché l'Uomo scaverà e la ritroverà". Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani". E di nuovo Brahma rispose: "No, perché prima o poi l'Uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie". Gli dei minori conclusero allora: "Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa, un giorno, raggiungere". E fu così che Brahma disse: "Ecco ciò che faremo della divinità dell'Uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove egli non la cercherà mai". Da allora, l'essere umano ha calpestato ogni luogo, ha esplorato e scalato tutte le montagne, ha scavato nelle profondità della terra ed si è immerso nelle vastità oceaniche alla ricerca di qualcosa che è solo dentro di lui.

Credo che il racconto non necessiti di spiegazioni altre, ma trovo davvero belle queste immagini che spiegano così chiaramente quanti sforzi alle volte impieghiamo per cercare di cambiare cose ( o persone) che stanno al di fuori di noi, quando “basterebbe” girare lo sguardo e iniziare da lì.

Lentamente muore – Pablo Neruda

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in sè stesso.
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità."

Neruda parla di sforzi e pazienza per raggiungere la felicità e credo che questa concezione esprima perfettamente ciò che accade in un percorso terapeutico. Parla di abbandonare i propri schemi conosciuti (che, se anche dolorosi, vengono perpetrati perché, in quanto noti, infondono sicurezza). Questo è certamente uno dei passi più importanti in un percorso verso un benessere personale che sia duraturo, ma anche uno dei più complessi. All’interno di una relazione terapeutica autentica, questi passi diventano possibili, senza fretta, con pazienza, ma la bellezza di ciò che si trova al di là del “conosciuto” è impagabile.

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“Il senso della vita è sempre un invito… per questo fa paura”

Mancini, 2014

“Non aspettare ad essere felice” - Madre Teresa di Calcutta

Non aspettare di finire l’università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l’estate,
l’autunno o l’inverno.

Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.

Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.

Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.